TO BE THE PICTURE OF HEALTH
Siamo bestie noi gente di qua!

Poco tempo fa, veramente poco poco tempo fa, in una bella casa non
molto grande…forse piccolina! Scavata in una pietra; veramente! Una
pietra grande grande, un masso con tante piccole finestrelle come quelle
di un castello! ; messa ai piedi del monte Epomeo, tra mare e campagna,
viveva il contadino Gioppino.
Mi sa mi sa…forse forse…Era il pronipote del contadino Cioppino di
Porcospino!? Ma: chi lo sa! Beh: lo sa chi lo sa.
Gioppino amava tutte le cose belle ! scoprendole nei libri dopo averli
letti e riletti.
Aveva tre gatti e un gallo e una gallina e poi sette rane messe in un grosso
tino.
Il gallo, mattino sì e mattino no, faceva chicchirichìii e la gallina che era
ancora quasi un pulcino, dava un uovo, un giorno sì e un giorno no,
piccolo e duro come un ciottolo di fiume.
E le sette rane non erano mai riuscite a mettere su un girino!
Una vocina gentile di gatta in fregola recita: – “Bocconcini al Salmone
dei mari del Nord”.
Un’altra gatta, in costume da bagno, felice, disegna con la zampina, dalle
unghie smaltate, un cuore ricamato sui vetri.
E Flocchy e Ceppi la Rossa e Marc’Antonio erano distesi sulla poltrona
ad ascoltar con la lingua da fuori. E quella era la scena oramai, da quando
era entrata in casa la scatola nera, che accesa vociava e blablava e a volte
cantava. Distesi sulla poltrona ad ascoltar con la lingua da fuori.
E…e fu proprio quel giorno che Gioppino, rivedendo Flocchy, più degli
altri lì a bocca aperta…decise! Andò al supermercato…E diede da
mangiare ai suoi tre gatti carne di un barattolo…con su l’etichetta di
qualità e l’illustrazione di un gatto e poi la scritta : “To be the picture of
health!”.
Flocchy era ancora lì a leccarsi la parte alta del muso che sapeva ancora
di carne e pesce, mentre Ceppi la Rossa era messa paciosa, nella rucola,
all’ombra di un fico con rami lunghi e capricciosi e poi Marc’Antonio,
con la pancia gonfia e dura, era acquattato sotto una larga foglia ingiallita
di zucca.
E all’improvviso si posò su un fiore di zucca una bella farfalla; gentile,
con ali lunghe e sottili; ricamate di colori con tinte bizzarre.
Flocchy ululò: aveva gli occhi fissi al barattolo vuoto e accarezzava con
le zampine, messe delicate, proprio come se avesse , lì, la fidanzata,
l’illustrazione del gatto e quasi pareva volesse tirar fuori qualche altro
pezzetto di carne da quella scritta in rosso fosforescente: “To be the
picture of health!”.
E Marc’Antonio schizzò fuori dalla foglia di zucca e afferrò nelle zampe,
come manine, la farfalla.
E con le unghie ritirate nelle zampine, ogni tanto, ne allentava la presa.
E la bella farfalla si riprendeva nell’aria e Marc’Antonio la riafferrava
capricciosamente, strofinandola nella polvere e negli sterpi!

  • Lasciami – farfugliò con garbo la farfalla, – sei bello sazio e…Vuoi
    ammazzarmi?
  • Lo fa per gioco. – Miagolò lestamente Ceppi la Rossa.
    E Gioppino, che aveva udito Ceppi la Rossa miagolare, afferrando
    furtivamente un manico di scopa, lo lanciò a Marc’Antonio!
  • Lascia la farfalla! Lascia! Ma fa’ che porti in giro i suoi colori belli!
    Invece di acchiappare i topi! Vuol far l’eroe con la farfalla ! lo scemo.
    La vita comoda, eh? Acchiappa i topi ! ché ne son diventati tanti! Fan
    gli eroi con le farfalle ! gli scemi. Da domani solo un po’ di pane e
    forse poca acqua vi do, per punizione…Per quattro giorni! In casa non
    vi faccio più entrare: la televisione! Più entrare! Vi piace la troppa
    pubblicità, eh?: “To be the picture of health”? “Bocconcini al
    Salmone dei mari del Nord”! Che mondo storto: qui tanto e lì niente!
    Lì nientèee! – facendo cenno con il ditino piccolo alle terre lontane,
    proprio nella direzione dove s’era messo a volare un gruppo di
    gabbiani. Siamo bestie noi gente di qua! Bestie.
    Marc’Antonio era scappato in un tubo di plastica steso a terra come un
    serpente e la farfalla, stordita, si sistemò malconcia sulle zampine piccole
    come fili di ragnatela e, tuffandosi nell’aria, si portò felice, lì giù, al mare
    ! per mostrar le sue lunghe ali ricamate con colori di tinte bizzarre, alle
    sottili vele d’avorio delle piccole barchette che scivolavano placide,
    nell’acqua un po’ ricciute, come tanti gusci di noce.”
  • Siamo bestie noi gente di qua?
    C’è chi dice si e no…
    chi dice si…
    chi dice no…
    Scusi, Signore dice a me? Vedo che si è alzato e mi indica col dito. Vuol
    fare una domanda?
  • Si a lei. E lei ? è una bestia?
  • Ma…Guarda un po’ che sfacciato. Che c’entra l’autore?
    “ Si a lei. E lei ? è una bestia?” Che c’entra l’autore!? Ripeté cicalando
    una signora impellicciata. Che sfacciato!
  • La ringrazio signora: non si preoccupi. Lei è molto bella.
  • Grazie. Lei è bravo, lei è bravo!
  • Prego. Si figuri.
    Ed io?
    Ma son bestia anch’io perché sto qui a grattarmi la pancia! : to be the
    picture of health.
    E poi voi qui ad ascoltarmi e a rigrattarvi le pance.
    Ma poi il mondo è una pancia e c’è chi l’ha vuota e chi l’ha piena! Il
    mondo è solo una pancia!
    Voglio concludere. Noi abbiamo le nostre pance. Va bene così?
    No problem? Eh, no problem?
  • Si. No problem.
  • Bravo. Bravo.
  • Interessante.
  • Veramente bravo.
  • Mi sono divertita.
  • Favole così…Briose.
    Applausi…applausi…applausi…applausi.
  • Elena, vieni a cena con noi? Zuppa di fagioli con salsiccia messicana
    e involtini di carne fritta con prosciutto fritto e melone fritto e alghe
    giapponesi fritte e cameriere lesso! Andiamo ai Castelli romani!
  • Giorgio, non posso: devo partire per Napoli…un compleanno! Mia
    cugina compie centosettantatre anni! C’è un pranzo coi fiocchi. Al
    ristorante “Abbuffati ca nu’ schiatti”, a Marechiaro.
  • Carla, lo hai dato l’esame di filosofia?
  • Si. Trenta e lode. Non sono Carla, la mia amica si chiama Carla.
  • Cosa ne pensi di un gatto occidentale ? trenta e lode!
  • È un fautore dell’occidentalismo. Non mi chiamo trenta e lode. Uff,
    però non mi scocciare!
  • Ti scoccio perché son brutto ? trenta e lode!
  • Si.
  • Guardami bene ché son bello ! trenta e lode. Ciao trenta e lode. Lode
    a te, Trenta! Però nemmeno me lo dici come ti chiami. Trenta e
    quaranta il gallo canta e la gallina abbaia. Lo sai che io vivo in
    campagna e ho una pecora che fa le uova e poi le tiene al caldo e
    vengon fuori tanti pulcini rimbecilliti?
  • Uff, non mi scocciarèee! Dio che stupido! Vattenèee ! chiamo il
    bidello!
  • Scusami, sono un Occidentale. Guarda che qui il bidello non c’è:
    siamo in teatro.
  • Vi muovete? Se magna? Trenta e quaranta, la mucca canta.
    Qui tanto e lì nientèee.
    Gioppinòoo. Ceppi la Rossa, su muoviamoci.
  • Non sono una gatta. Ceppi la Rossa è lì nella favola.
  • Hanno la pancia piatta come una sottiletta quelli delle terre lontane.
    Andiamo, ché m’è venuto appetito. Bocconcini al Salmone dei mari
    del Nord.
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