FLOCCHY, MARC’ANTONIO E CEPPI LA ROSSA
STA nel libro!!!!!
Gioppino era stanco, ché tutta la notte s’era messo a pensare e a ripensare
le tante cose del mondo, non avendo chiuso neanche un po’ gli occhi, poi
all’ultim’ora, quasi a primo mattino, nel letto, piombò in un sonno
profondo. E si svegliò che era quasi mezzogiorno, grazie al suo grosso
gallo che aveva perso la voce e s’era impasticciato tutto di sudore a furia
di chicchiricare per svegliarlo! e alla fine ci riuscì.
Leggeva tanti libri, Gioppino: li sfogliava, li girava, li rigirava con le sue
manine minuscole attaccate di saliva come quelle di un bambino… poi
alcuni libri facevano delle domande al lettore ed esigevano delle
risposte!
E a volte per questo, nel giardino della sua casetta piccina,
ciondolava mezzo stordito quasi a voler cadere a terra!
Il punto di partenza del Tutto è il Nulla? per cui, ovvero…Zero diviso
Zero…
Cosmogonia, dottrina che…
Perché il mondo continua a girar storto…
Perché i pesci non hanno mai. bevuto alle fontane…
La mosca nostrana non ha il pungiglione…invece la zanzara…
Le scimmie come tengono le banane tra le mani…
Perché la pecora non ha il becco come la gallina e fa bèheeee e non baù
baùu come il cane…
Quella mattina Gioppino aveva la testa che gli scoppiava! e aveva deciso
di abbandonare la lettura per un po’. Troppa applicazione gli poteva far
male, aveva pensato, e poi glielo aveva detto pure il dottore, prof.
Mangiucchia Mattioli, cardiologo del paese.
I suoi tre gatti avevano appena finito di ascoltare il telegiornale con
stacchi pubblicitari e poi s’erano messi a miagolare come ruffiani, ché
volevano mangiare!
E Menio, nano bavoso, che era andato e governargli la terra bestemmiava
ché le formiche gli avevano preso tutti i semi di spinaci che lui da poco
poco, aveva seminato!
- Menio, non bestemmiare: fai peccato!- gli disse barcollando e con gli
occhietti ancora mezzi chiusi Gioppino. - E di’ ai tuoi gatti di catturare le formiche! Una miriade. Si diano da
fare! Hanno divorato tutti i semi di spinaci.
E poi Gioppino, con la bicicletta, era stato costretto ad andare al
supermercato, ché i gatti non gli davano tregua miagolando, ed aveva
comprato per loro il cibo già confezionato.
Già una volta aveva litigato coi suoi gatti, perché, già sazi,
ammazzavano le farfalle; poi li aveva perdonati perché Ceppi la Rossa
lo seguiva in continuazione come una ruffiana smorfiosa e ficcandosi
pian piano tra le gambe, gliele accarezzava col suo pelo morbido per
chiedergli scusa.
Lui, poi, s’era emozionato e … Basta con il puntiglio: li aveva
definitivamente … - Per questa volta vi assolvo dal peccato! Mascalzoni che poi … non
volete piú mangiare i maccheroni. Non vi piacciono! Tre anni di
carestia vi darei.
Però…Però! dovevano comportarsi bene! Esigeva rispetto. E pretese
che giurassero, con le zampe all’aria, di essere ossequiosi per sempre
verso il loro padrone: rispettare gli altri animali, meno fortunati di loro
che rischiavano la morte per procurarsi un po’di cibo… - Per darvi da mangiare faccio tanti sacrifici, attingendo denaro dalla
mia misera pensione! di contadino.
“Bisogna vaccinarli, Gioppino! vivono in campagna e ci sono i topi
che distribuiscono pipì dappertutto e facilmente possono contrarre la
leptospirosi, i tuoi gatti! Molto pericolosa la leptospirosi.” Mi disse il
veterinario.
E un occhio mi son costate le tante vaccinazioni! Mascalzoni.
E i suoi tre gatti, ubbidienti e con lo sguardo rivolto a terra, giurarono
portando la zampa destra all’aria.
A Menio non erano simpatici i gatti di Gioppino perché vivevano
troppo nell’abbondanza e poi a oziare e a miagolare e a succhiarsi
l’uno con l’altro in mezzo all’aia, dopo aver ascoltato per quattro ore
di continuo la televisione! –Scemi, non vi succhiate, si formano i
noduli e vengono i tumori! - Eh, macché! – rispondevano in coro.
Il gallo gli stava simpatico perché ad un cenno gli portava il fiasco
col vino e Menio lo finiva tutto, e ubriaco lo vedeva leone. - Vammi a prendere il fiasco col vino, così ti faccio leone!
E il gallo rideva chicchiricando, avviandosi in cantina. - Flocchy e Ceppi la Rossa e Marc’Antonio, venite a far colazione!
E Gioppino aprì il solito barattolone avvolto dalla solita scritta in
inglese: “To be the picture of health” in rosso fosforescente, con
dentro i fiocchi di salmone.
E i gatti si tuffavano nella scodella come fanno i tori nell’arena.
E gli ultimi bocconcini di salmone li giocavano con le zampe e con
la lingua e poi si allontanavano e ritornavano e li mangiavano. - E adesso che siete sazi non andate ad ammazzar farfalle! Capitòo? Me
lo avete giurato con la zampa all’aria.
E poi Ceppi la Rossa chiese a Gioppino un biscottino. - Aspetta, ve ne prendo sei: due a testa. Dov’è andato Marc’Antonio?
non lo vedo! Va’ a chiamarlo. - Ad arrampicarsi sull’albero di fico. -. Rispose Flocchy. – Adesso vado.
- Flocchy, Flocchy: vieni: i biscottini che fanno vedere in
televesionèee!
E i gatti, per spartirsi i biscottini messi tutti assieme nella scodella,
quasi si prendevano a zampate. - Buoni. Tranquilli. Povero me… Ma questo mondo va diritto o va
storto!? Boh, chi lo sa: è così difficile poter dare una risposta! E
pensare che io, uomoo,…vaccinazioni, biscottini… Mai mai niente.
Boh . Sa chi sa . E chi lo immaginava … boh … tutto questo. Un gatto
di oggi, occidentale, riceve più cure che non un re di poco poco tempo
fa o…o un bambino, di oggi delle terre lontane…se vogliamo. Chi lo
sa. Ai miei gatti non piacciono i maccheroni!
Quanti re son morti giovani, come scemi perché non esistevano le
vaccinazioni!
E poveri imbecilli che si affannavano ad ingrandire, con le guerre e
con gli inganni, i loro reami! - Ma lasciali perdere ! fa che si nutrano di topi secchi, ché son
buonii ! i biscottini!
Gridava Menio. E Marc’Antonio: – intrigati dei fatti tuoi! - Fatti miei? Sapete perché non vi digerisco? e vi farei in brodo? L’altro
giorno, se ben vi ricordate, miagolavate come tre citrulli ché avevate fame
ed io presi dal frigorifero un bel pezzo di formaggio reggiano e lo
tagliuzzai a pezzetti per le vostre boccucce delicate piccine … ed eccoli
ancora lì nell’altra scodellàaa!! Mascalzoni ! - Non era formaggio: scorza dura!
- Non era formaggio: scorza dura!
- Non era formaggio: scorza dura!
Miagolarono i gatti dispettosamente. - Dentini delicati. Si, scorza. Eppoi la scorza è buona. Con tanto tanto di
formaggio sotto, la chiamate scorza? C’era pure la scorza … embéh! in
tutte le cose c’è la scorza . Per esempio la vostra pelle con su tanti peli si
potrebbe chiamare scorza! Scorza di gatto! La scorza di formaggio è buona
buona a mangiare, la vostra no! E quando vi calerò nell’acqua bollente,
prima vi sbuccerò - Provaci e ti graffiamo a strisce!
- Provaci e ti graffiamo a strisce!
- Provaci e ti graffiamo a strisce!
- Lasciali perdere, Menio. Sono scostumati, non vedi? Hanno pure giurato!
Hanno…Gioppino calma: non infradiciarti il fegato in corpo.
E Menio si innervosì cosi tento che quel giorno non volle più governar
la terra e chiese al gallo di andargli a prendere, giù in cantina, un fiasco di
vino. - Va’, che ti faccio leone!
E avuto il fiasco di vino andò a sistemarsi all’ombra sotto un albero di
limoni e bevve e bevve tutto il fiasco fino all’ultima goccia e i suoi occhi
inzuppati di vino trasformarono il gallo, che s’era messo a svolazzare sul
muro, in un leone! - Leone, non ruggire e-e non mi mangiare. -E …Menio si addormentò e
russava come una tromba rotta.
Calò pian piano la notte e Gioppino non lo vide più e preoccupato lo
cercava per la campagna. - Hai visto Menio? – chiese al gallo.
- Si. Mi ha fatto leone e poi s’è addormentato lì sotto l’albero di limoni.
- Scemo ingenuo ! sei un gallo.
- Però a volte divento leone per molto tempo e Menio si spaventa.
- Fa finta.- E Gioppino scorse Menio che russava appallattolato,
proteggendosi dalle formiche con le manine sulle guance. - Menio, su alzati: ti porto a letto, non puoi passare la notte qui.
E lo sollevò pian piano e, facendosi portare un braccino piccino sulla sua
spalla, lo condusse in casa e la poggiò sul letto così com’era vestito.
E nel bel mezzo della notte Flocchy, Marc’Antonio e Ceppi la Rossa
ululavano come dannati e poi si udivano rumori di bottiglie frantumate e
squittii impauriti di animali. - Che è che è !? bofonchiò Menio sobbalzando nel sonno.
- Dormi. I gatti! Domani mattina sapremo cos’è successo. Quei
mascalzoni!
I due amici si svegliarono tardi: erano le undici del mattino.
E appena Gioppino aprì la porta per uscir fuori, trovò i tre gatti che
miagolavano affettatamente chiedendo cibo. - Ce li dai da mangiare i fiocchi di salmone…? Lo apri il barattolone?- disse
Ceppi la Rossa. - Abbiamo fame.
- Che fame. Barattolone.
- Ah, bravi: vi siete messi d’accordo? Aspettate: devo scoprire prima cosa
avete armeggiato stanotte!
E Gioppino andó dove erano messe le bottiglie sugli scaffali.
E a terra, sotto lo scaffale … - O miseria ! delinquenti, cosa avete combinato! quattro piccoli conigli selvatici
ammazzati! senza
una ragione.
I gatti si fissarono l’un l’altro impauriti e poi… - Si, ma … ma noi siam gatti e predatori. Son conigli, non farfalle. È la
nostra natura, dobbiamo fare i cacciatori! gridarono in coro, convinti di
aver ragione. - Sii! siete predatori e nessuna ve lo toglie! peró mangiateli, mangiateli!
Non è giusto che li devo
sotterare, adesso é peccato…e mi chiedete il barattolone coi fiocchi di
salmonèee! Oddio pure i gatti! Il mondo va giù giù e sprofonderà: la terra
non riuscirà più a darci cibóoo! Capitèee? E i maccheroni li devo buttare
ché non li mangiate e il pane? lo devo buttare che vi irrita lo stomaco e
adesso i conigli li devo sotterrare e poi i salmoni li peschiamo per darli a
voi!? E i bambini delle terre lontanèee!? Eh?
E’ giusto… siete gatti… Ma mangiateli i conigli!
Bastàaa! Vi darò pane e acqua e qualche osso finché campate… E…e sarò
buono: vi darò anche i maccheroni! Mascalzoni!
E giu giù, nella vallata, il mare brillava per il troppo sole e, in mezzo
all’aia, c’era il gallo che saltellando con le zampe robuste, si credeva leone! - Gioppino, osserva il tuo gallo: ieri l’ho fatto leone!- cianciò Menio dal
balcone. - Che idiota! oggi pure il gallo si crede leone … Vede i cartoni per
televisione e poi c’é Menio che é un gran filone.