L’arte e il racconto della storia si incontrano in un evento culturale dedicato alla memoria del Holodomor nel 85° anniversario dell’eccidio.
Riflessione sull’ Holodomor
L’11 novembre 2018, dalle 10:30 alle 14:30, il Salone del Vanvitelli della Biblioteca Angelica di Roma in Sant’Agostino ha ospitato un importante evento culturale dedicato alla memoria dell’Holodomor, il genocidio ucraino del 1932-33.
Tra i relatori presenti, si sono distinti esperti di storia contemporanea e della cultura ucraina, che hanno condiviso con il pubblico la loro conoscenza e la loro esperienza. Gli interventi sono stati accompagnati dalla proiezione di documentari, che hanno permesso ai partecipanti di immergersi nel contesto storico e comprendere meglio le conseguenze dell’Holodomor per il popolo ucraino.
L’evento culturale dedicato alla memoria dell’Holodomor ha rappresentato un momento importante per la comunità ucraina di Roma e per tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza di uno dei periodi più drammatici della storia europea. Le opere d’arte di Sabatino Scia hanno contribuito a dare voce a coloro che sono stati vittime di questa terribile tragedia, e la mostra ha rappresentato un importante passo avanti nella consapevolezza e nella comprensione della storia dell’umanità.
Le opere presentate al evento. Riflessione sull HOLODOMOR

Uomini violentati.
cm 120 x 60
Nella più totale disperazione i contadini, quando tutto era perduto, bruciavano i boschi come gesto estremo di ribellione.

cm 100 x 60
E’ il giardino dei libri proibiti, delle denunce, racconta come dell’Holodomor sono stati trovati pochi scritti, perché la maggior parte sono stati fatti sparire.

cm 140 x 100
Quando morì Stalin nella calca di coloro che si recarono a vedere il catafalco ci furono 1.800 morti. Così si dice che seminò morte anche da cadavere. Nessuno all’epoca, o pochi, capivano chi era Stalin, men che meno si sapeva del genocidio da lui voluto. Anche in Italia non era ben chiara la natura del
dittatore, è sconcertante sapere che anche a Napoli, la città di nascita di Sabatino Scia, le persone piangevano per strada per la morte del tiranno sovietico.

cm 60 x 50
Le mucche di Sabatino Scia sono emblematiche: sono mucche rosse di regime con la palla al piede. L’elemento simbolico, catena e palla decretano la
prigionia di un animale che nella norma vive libero, racconta del sacrificio che ricadde anche sugli animali e utilizza questa metafora per ricordarci altresì della privazione della libertà di vivere degli uomini. Sono rosse queste mucche, come il simbolo del comunismo e, al contempo, del sacrificio.

cm 100 x 70
La natura si ribella, l’opera racconta l’episodio della sepoltura di un giovane. Si narra che le famiglie erano costrette a vegliare le sepolture per giorni affinché i morti non venissero disseppelliti causando fenomeni di cannibalismo.

Molotov, Stalin, Kaganovic.
cm 100 x 60
Dipinto con la figlia Diana, l’opera racconta di Kaganovic, un ucraino traditore, e dei treni che portavano i Kulaki in Siberia a morire di congelamento