Mostra delle 5 opere del progetto
«NEVER FORGET» HOLODOMOR

Sabatino Scia

« “Quando lessi per la prima volta le storie sull’Holodomor, capii immediatamente che dovevo dare il mio contributo”.»

Sabatino Scia

Never Forget Holodomor è un progetto di Sabatino Scia che si propone di mantenere viva la memoria della tragedia del Holodomor, una delle più grandi carestie della storia, che ha causato la morte di milioni di persone in Ucraina negli anni ’30. Attraverso le sue opere, Sabatino Scia ha portato alla luce il dramma dell’Holodomor, ricordando al mondo la sofferenza e la tragedia che hanno segnato la storia dell’Ucraina.

A partire dal 18 settembre 2018, 5 delle 50 opere che compongono l’intero progetto di Sabatino Scia sono entrate a far parte della collezione permanente del Museo.

18.10.2018, KIEV

18.10.2018, KIEV Mostra delle opere «NEVER FORGET»Holodomor Genocidio Ucraino
Genocidio Ucraino Holodomor
olio su tela 170×100

Il dipinto rappresenta le fasi della repressione attuata da Stalin che portò alla carestia negli anni 1932-33. 

Partendo dall’alto: L’impiccagione dei contadini che lottarono contro  la repressione del popolo ucraino. A seguire, Fattorie collettivizzate in cui   è raffigurato il sequestro di animali. La morte indotta per fame e chiaramente esposta nella parte mediana del dipinto; Anime erranti e teschi si accalcano come per chiedere udienza. Infine, nella parte bassa, è dipinta «la memoria della parola» e dei libri che impone d’essere ripetutamente ascoltata.

I toni dei colori utilizzati, le figure dalle sembianze stilizzate, dalle linee semplici e tendenzialmente monocrome, danno falsamente l’impressione di inscenare un paesaggio familiarmente sereno.

La luminosità degli impasti di colori stona con la drammaticità dei fatti raffigurati, come per esorcizzare gli eventi accaduti. Nasce dunque il paradosso: l’occhio dello spettatore può mirare avulso dal fastidio di tanto dolore, comprendendo la crudeltà dei fatti storici senza patirne direttamente le sofferenze dell’animo.


Sovhoz
Holodomor Sovhoz: fattorie collettivizzate 
olio su tela 40×70

Con l’attuazione della collettivizzazione integrale dell’agricoltura e il divieto del libero scambio e del mercato, il Partito Comunista dell’Unione Sovietica proibì il possesso di beni legati all’agricoltura e all’allevamento. I contadini ucraini kulaki vennero definiti “classe sociale privilegiata”, termine che in realtà si riferiva a chiunque possedesse almeno due o tre mucche. Era concesso avere animali da cortile solo mediante pagamento. Le squadre di militanti comunisti, che giungevano nei centri agricoli, avevano il potere di sequestrare generi alimentari e animali in genere. In molti casi, l’opposizione reagiva abbattendo il bestiame e i cavalli, piuttosto che vedere la collettivizzazione.


18.10.2018, KIEV Mostra delle opere «NEVER FORGET»Holodomor Genocidio Ucraino
Rivoluzione: il contadino ricco e il toro
olio su tela 70×40

L’Ucraina aveva una lunga tradizione di fattorie possedute individualmente dai cosiddetti kulaki, che costituivano la componente più indipendente del tessuto sociale ed economico locale. Durante la dittatura staliniana, la popolazione contadina ucraina fu oggetto di azioni coercitive da parte dello Stato sovietico, che confiscò la terra e tutti i beni ad essa collegati. I contadini, compresi i kulaki, si opposero fortemente alla collettivizzazione nascondendo i prodotti alimentari, macellando il bestiame e persino usando le armi. In risposta, Stalin ordinò l’eliminazione di massa dei contadini, inviandoli ai campi di lavoro forzato.”


Disperaazione
Disperazione di alberi violentati. Campagna in fiamme. 
olio su tela 60×80

La confisca dei beni di prima necessità e l’irrazionale sfruttamento delle campagne da parte del regime hanno portato alla riduzione della popolazione totale dell’Ucraina e all’epuizzazione sempre maggiore dei campi agricoli. La popolazione locale ha reagito con ferma opposizione alle richieste del potere stalinista. La nascosta sottrazione delle risorse corrispondeva all’effettiva distruzione delle materie prime e alla devastazione delle fonti primarie della natura. Le campagne e i territori sono stati devastati dalla mostruosa violenza del potere totalitario di oppressione e dalla risposta anti-repressiva alla liberazione. Molti luoghi nascosti dove riposano i combattenti ucraini. Ricordiamo il cimitero dei tafani: oltre 400 vittime sono state bruciate vive. In questa rappresentazione metaforica, gli alberi-vita subiscono la stessa sorte sotto la guida del dittatore.


18.10.2018, KIEV Mostra delle opere «NEVER FORGET»Holodomor Genocidio Ucraino
Anime erranti
studio olio su tela 50×60

Spesso, le brigate sovietiche compivano incursioni nelle fattorie per confiscare il raccolto, senza preoccuparsi di lasciare cibo sufficiente ai contadini per la loro sopravvivenza o di assicurarsi che conservassero le sementi per la semina successiva. Tra l’autunno del 1932 e la primavera del 1933, sei milioni di contadini nell’Unione Sovietica furono condannati a morire di fame. Questo silenzioso massacro è stato equiparato al genocidio ebreo.

Fino al 1986, questo episodio storico era stato largamente ignorato dagli storici, fino a quando lo storico inglese Robert Conquest non riuscì finalmente a pubblicare il suo epocale libro “Harvest of Sorrow” (Raccolto di dolore). Conquest fu il primo storico occidentale a svelare nel dettaglio il dramma della carestia orchestrata da Stalin e a definirla come un atto di genocidio.

18.10.2018, KIEV